Il momento magico dell' arte a Treviso fiorì
nella prima metà del 900 quando alcuni giovani artisti scossero
la sonnolenta città di provincia e cercarono di far valere gli
umori nuovi della società. Era l'alba del Futurismo che tanto
cambiamento portò nell' arte Italiana. Preceduti dai tradizionalisti
Ciardi, Servatico, Serena, e da Apollonio che già fuori dalla
visione ottocentesca,con disincanto ed arguzia, ritraeva i suoi personaggi
( ritratto del conte Rinaldi), i nuovi protagonisti erano Alberto Martini,
Voltolin, Gino Rossi, Arturo Martini,Springolo, Malossi, Caramel, Fabiano
, accompagnati dallo scrittore Comisso che definisce Springolo"
esploratore delle cose del mondo", sono ben decisi ad affermare
la loro verità anche andando incontro alle abitudini dei benpensanti.
Rifiutati in quanto rivoltosi dalla Biennale di Venezia del 1905 verso
la quale dichiarano il loro disprezzo, grazie a
A. Barbantini giovane critico deciso per un rinnovamento in contrasto
con le scelte sempre più miopi della Biennale, partecipano nel
1908 alla prima mostra a Cà Pesaro a Venezia in opposizione alla
Biennale. Nel 1910 un avvenimento scuote il clima torpido di Venezia.
Dalla torre dell' Orologio vengono lanciati un migliaio di volantini
firmati da Marinetti,Russolo, Boccioni e Carrà " il manifesto
contro Venezia passatista, e alla Fenice un esplosivo discorso di Marinetti
provoca una vera battaglia. Nello stesso anno a Cà Pesaro Boccioni
allestisce una vasta mostra personale e Gino Rossi porta un' altra novità
con le tele " il Muto" e" Fanciulla in fiore" che
racchiudevano la violenza espressionistica di Van Gogh e l'intimismo
impressionistico ed il simbolismo dei Nabis.A Treviso all' osteria alla
" Colonna" dove si davano appuntamento con altri, Arturo Martini,
Rossi e Malossi, fu firmata nel 1911 la famosa lettera a Barbantini
con l'annuncio " il gruppo giovanile Trivigiano manda il suo fervido
ringraziamento e prende impegno fin d'ora di fare il possibile acciò
la prossima permanente veneziana sia fiera risposta e monito insieme
alla grande camarilla, piaga di favoritismi e dedizioni vergognose che
si chiama Biennale Veneziana". Nel 1913 la mostra di Cà
Pesaro fa scalpore perché artisti che figurano nella Biennale
" chiedono di poter esporre d'allora in poi tra i vivi di Cà
Pesaro invece che tra i morti dei Giardini". Erano anni esaltanti
e spensierati spesi tra Treviso e Parigi. Nel 1912 Rossi, Arturo Martini
e Bepi Fabiano espongono accanto a Giorgio De Chirico ed a Modigliani
al Salon d'Autonne di Parigi .Rossi fa tesoro di Césanne con
nuove forme e volumi, Martini si ispira a Modigliani in " Fanciulla
piena d'amore". Il genio di Arturo Martini emerge.Figlio di povera
gente, incapace di finire le elementari, adattandosi per vivere a qualunque
mestiere, Arturo Martini all' inizio rubava qualche manciata di argilla
dai carri di una vicina fornace. Per fortuna ebbe la protezione di un
abate, Umberto Nono che intuì il suo talento e riuscì
a fargli far pratica a Venezia. Si adattò a studiare nella soffitta
di una torre e a volte per esigenze di spazio, era costretto a frantumare
le statue fatte per far posto alle nuove. Nel 1915 a Treviso è
allestita la prima Mostra di Arte Trivigiana, e gli artisti sono tutti
presenti: Alberto Martini, Arturo Martini, Rossi, Springolo, Voltolin,
Fabiano, le Tommasini, Bottegal ,Guiscardo di Sbrojavacca,Beppe Ciardi,Silvio
Rossetto,Antonio Carlini,Umberto Feltrin.
Fra l'ottobre del 1915 e l'aprile del 1916 Springolo, Voltolin, Rossi,
Arturo Martini saranno chiamati alle armi.
Dopo la guerra a Treviso, ricca di fermenti, le Mostre d'arte si succedettero
fino al 1942 animate sempre da molti artisti. Oltre ai soliti sono da
ricordare i fratelli Ciardi, Ettore Erler, Silvio Bottegal, Lino Bianchi-Barriviera,
Sante Cancian, Pio Semeghini, Umberto, Bepi Fabiano, Tina e Anna Tommasini,
Arturo Malossi,Caramel, Juti Ravenna, Luigi Zaro, Antonio Gentilin,
Giuseppe Mazzotti, Gino Borsato,Ciro Cristofoletti, Toni Benetton ,
Nando Coletti, Bepi Basso, Renato Nesi, Renzo Biasion, Carlo de Robero,
Giovanni Barbisan, Nino Tommasini, Franco Battacchi,Carlo Conte, Gino
Scarpa, Bruno Darzino, De Tuoni, Renato de Giorgis, Gina Roma e altri
, presenti gli scrittori Bepi Bero, Andrea Zanzotto.
Tra le due guerre Arturo Martini dopo aver girovagato tra il Veneto,
Vado Ligure città della moglie, Anticoli Corrado, Roma, si trasferisce
a Milano dove debutta in una cantina di via Dante ma ben presto emerge
su tutti e tra le due guerre, è presente in tutte le maggiori
esposizioni del mondo.Fu antico e moderno, capace di cogliere l'essenza
del passato rivisitandolo nelle linee moderne.Per tutta la vita cercò
la " chiarezza", la bellezza fatta di ricordi di tutti i tempi,
come deve essere la bellezza dell' argonauta che immagina sempre, al
di là di una siepe e di un muro, la distesa del mare sempre pronto
a riceverlo.Lo dimostra in " Palinuro" l'ultima opera dove
la superiorità dell' ispirazione poetica sorpassa sugli eventi
della storia: egli che aveva saputo creare tanti capolavori su commissione
più o meno diretta del regime fascista, ne elabora uno estremo
per ricordare il partigiano Masaccio " e attraverso lui, tutti
i partigiani".
Arturo Martini gran mangiatore e bevitore si ritrovò con il fianco
destro paralizzato e non volle saperne di cure.
In quanto a Gino Rossi nel 1926 era già in un ospedale psichiatrico
ed in questo modo risponde ad un invito a partecipare alla Mostra Milanese
del Novecento Italiano. " Onorevole Comitato della Prima Mostra
del Novecento Itaiano- Milano. Il sottoscritto è semplice disegnatore
per stoffe di una Ditta Veneziana ed ha cessato di far pittura nel giorno
che ha dovuto pensare al pane quotidiano. Ringrazia per il gentile invito.
Ossequi. Obb.mo Gino Rossi Crocetta Trevigiana- 27 Maggio 1925."
Da: Artisti Trevigiani nella prima Metà del 900- Museo Civico
L: Bailo- Treviso- 24-9/ 30-11 1983
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