La Grotta di Oliero in Valsugana



Si formò nel buio della notte dei tempi, avvolta da leggende alimentate dall' ignoto,
finchè un giorno la luce di una lampada a carburo la tolse dalla millenaria oscurità. Era l'anno 1822 quando il Signor Parolini di Bassano, spinto dalla curiosità della conoscenza, si introdusse in quell' antro misterioso dal quale usciva gelida e cristallina l'acqua di un fiume sotterraneo. Da allora ad oggi sono stati svelati tutti i segreti di questa grotta e ciò che le sue acque provenienti dal soprastante Altipiano dei Sette Comuni, corrodendo la roccia calcarea, si sono aperte uno sbocco sul fondo della Valsugana verso il fiume Brenta. La grotta ha come base un profondo e misterioso laghetto di acque limpidissime dove vive il Proteo un anfibio troglobio cieco originario del Carso Triestino e come volta uno scenario di guglie, drappeggi, festoni, colonne di calcare traslucido che alla luce della lampada prendono un aspetto fantastico. Le loro ombre proiettate all' intorno, sembrano dar corso ad una danza misteriosa ed inquietante. La vista di quelle imponenti e strane concrezioni calcaree dà stupore ed ammirazione per quello che la natura con la sua incredibile ed impercettibile pazienza ha saputo creare nel corso dei millenni.



Si viene così a conoscenza che tutto quel lavoro è conseguente allo scioglimento del calcare da parte dell'anidride carbonica presente nelle prime ere geologiche in notevole quantità nelle acque meteoriche che, infiltratesi nelle stratificazioni delle rocce calcaree le hanno lentamente corrose ed allargate, depositando alla fine il carbonato di calcio disciolto, sottoforma di alabastri calcarei a forma di stalattiti e stalagmiti che ora ammiriamo nella grotta. Quel mondo avvolto perennemente nell' oscurità, alla luce della lampada si vivifica ed i puri cristalli di calcio brillano per un attimo mentre le gocce cadono con cosmica regolarità sull' immota superficie dell' acqua, rompendo il silenzio che avvolge la grotta. Questo lavoro incessante compiuto dall'acqua in tutte le rocce calcaree, ha segnato anche le più alte montagne creando forme ardite e stupende (Dolomiti) formando nel contempo nelle valli e nelle pianure imponenti depositi di sabbie e ghiaie che la vegetazione ha tramutati successivamente in fertile humus.
Si rimane naturalmente stupefatti da questo mondo sconosciuto e fantastico la cui bellezza oltre l'ammirazione strimola la curiosità di capire la complessità e la grandiosità della Natura che ci ospita.

Copyright Venetoimage

Sante Petrini